I Tarocchi Marsigliesi di Marteau

Traduzione di Kitos Digiovanni da smallcabin.org

Tarot of Marceille

Il libro di Paul Marteau che parla dei Tarocchi di Marsiglia è una pietra miliare nella storia dell'interpretazione dei Tarocchi, ma è poco conosciuto nel mondo anglofono dove i Tarocchi del genere Rider-Waite-Smith hanno dominato la scena. Negli ultimi anni, tuttavia, si sta assistendo a un crescente interesse per il mazzo di Marsiglia.

Indice dei Contenuti

Prefazione di Eugène Caslant
Introduzione di Paul Marteau
Orientamento delle Figure e Simbolismo delle Parti del Corpo

GLI ARCANI MAGGIORI

Carta I: Il giocoliere (Le Bateleur)
Carta II: La Sacerdotessa (La Papesse)
Carta III: L'Imperatrice (L'Imperatore)
Carta IIII: L'Imperatore (L'Empereur)
Scheda V: Il Papa (Le Pape)
Scheda VI: Gli Amanti (L'Amoureux)
Scheda VII: Il Carro (Le Chariot)
Carta VIII: La Giustizia (La Justice)
Carta VIIII: L'Eremita (L'Hermite)
Scheda X: La Ruota della Fortuna (La Roue)
Carta XI: La Forza (La Force)
Carta XII: L'Impiccato (Le Pendu)
Carta XIII: La Morte
Scheda XIIII: La Temperanza (La Temperance)
Carta XV: Il Diavolo (Le Diable)
Scheda XVI: La Torre (La Maison-Dieu)
Scheda XVII: La Stella (L'Etoile)
Scheda XVIII: La Luna (La Luna)
Carta XVIIII: Il Sole (Le Soleil)
Carta XX: Il Giudizio (Le Jugement)
Carta XXI: Il Mondo (Le Monde)
Il Matto (Le Mat)

GLI ARCANI MINORI

Commenti Generali Sugli Arcani Minori
Rappresentazione dei Numeri negli Arcani Minori
Osservazioni Generali sui Numeri da 1 a 10

SPADE

Asso di Spade
Due di Spade
Tre di Spade
Quattro di Spade
Cinque di Spade
Sei di Spade
Sette di Spade

COPPE

Asso di Coppe

Danari

Asso di Danari

BASTONI

Asso di Bastoni

Introduzione alle Carte di Corte degli Arcani Minori


SPADE

Fante di Spade
Cavaliere di Spade
Regina di Spade
Re di Spade

COPPE

Fante di Coppe
Cavaliere di Coppe
Regina di Coppe


DANARI

Fante di Danari
Cavaliere di Danari
Regina di Danari
Re di Danri

BASTONI

Fante di Bastoni
Cavaliere di Bastoni
Regina di Bastoni
Re di Bastoni



Prefazione di Eugene Caslant

Se si tentasse di dimostrare a un uomo di scienza il valore e le proprietà divinatorie dei Tarocchi, è probabile che questa dimostrazione verrebbe accolta con scetticismo, se non con ironia poiché i Tarocchi susciterebbero in lui il ricordo dei lettori di carte o, se preferite, dei cartomanti e li considererebbe interamente come un prodotto della superstizione e un mezzo per sfruttare la credulità umana.

Forse cambierebbe idea, considerando che bisogna sfidare i propri preconcetti, che forse un sopravvissuto del passato, come i Tarocchi, per quanto tenace, nasconda un significato antico e più profondo, che è stato offuscato dalle concezioni del presente. Forse, ricordando che i Tarocchi sono I precursori delle carte da gioco, che sono uno degli strumenti principali per le passioni del gioco: non cercherebbe le cause del ruolo che svolgono nell'umanità? E non vorrebbe sapere perché l'uomo si sottopone alla casualità delle loro combinazioni, nella speranza di ottenere fortuna, quando troppo spesso non ottiene altro che delusioni? E non sarebbe spinto a chiedersi se il richiamo di queste carte create dall'uomo non derivi da sorgenti antiche?

La risposta sarà data se ci si prende la briga di esaminare come l'uomo giunge alla conoscenza. Allora si ricorderà che i sistemi logici che impiega nel perseguimento della conoscenza sono in primo luogo il ragionamento per identificazione e il ragionamento per analogia. Il primo serve come base per la scienza moderna, da cui la matematica e la maggior parte delle branche insegnate nel nostre scuole scientifiche si basano. Il secondo è utilizzato dalla natura, che ignora le cosiddette scienze esatte, le quali in realtà non sono altro che metodi di astrazione, concepiti dalle nostre menti, scelti da noi, perché i loro meccanismi si adattano facilmente alle imperfezioni delle nostre facoltà. La natura non accetta ragionamenti rigorosi, la cui mancanza di flessibilità paralizzerebbe i suoi sforzi. Perché la Natura non crea mai due cose identiche. Ella conosce solo le qualità, e per coordinare queste qualità tra loro, si basa su analogie e procede per affinità.

Quindi, per conoscere le leggi e i principi della natura, bisognerebbe determinare i legami analogici che collegano tutte le cose. Ma questa operazione, a causa della complessità e l'immensità degli elementi che comprende, supera la portata della comprensione umana, cosicché non può essere verificata se non limitandosi allo studio dei nessi più semplici e più allo studio del legame più semplice e accessibile: il nostro spirito. Ora, chi soddisfa queste condizioni deve entrare nell'ambito delle cose tangibili e, di conseguenza, assumere l'aspetto di forme che conosciamo. Questo può servire come base e permettere d'intravedere gli altri livelli grazie alle loro somiglianze. Per questo motivo l'uomo è stato costretto a ricorrere al simbolismo, cioè alla trasposizione delle leggi cosmiche sul mondo fisico, concretizzandole sotto forma di scene pittoriche. Queste sono le cause che hanno portato gli uomini del tempo passato a concepire le immagini dei Tarocchi.

Quali conoscenze abbiamo sulle origini dei Tarocchi e sulle vicissitudini che ha subito nel corso dei secoli nella sua forma e nella interpretazione?

Una cronaca di Giovanni de Juzzo de Caveluzo, conservata nell'archivio di Viterbo, fissa l'epoca in cui le carte apparvero per la prima volta in Europa, nel seguente passaggio:

Nell'anno 1379 fu introdotto a Viterbo il gioco delle carte che veniva dalla terra dei Saraceni e che tra loro è chiamato "Naïb".

Questo dimostra che le carte hanno un'origine molto straniera. Se lasciamo da parte gli scritti storici e guardiamo alle tradizioni orali e ad alcuni libri, come quelli di Paravey[1], o di Moreau de Dammartin[2], i Tarocchi risalgono agli Egizi, che a loro volta potrebbero averli ottenuti da popoli precedenti. Possiamo supporre che le élite di questi di questi popoli, nella contemplazione del cielo, percepissero nei raggruppamenti di stelle e nel movimento dei pianeti, la scoperta delle leggi cosmiche, che con il loro senso del simbolismo si esprimono in una serie d'immagini. Ognuna di esse, attraverso la disposizione dei colori, degli oggetti e delle figure, le loro implicazioni evidenziano i principi che i loro autori avevano riconosciuto. Il loro numero e la sequenza sono stati determinati dalle regole dell'analogia, e l'insieme, a cui è stato dato il nome di Tarocchi, costituiva una sintesi che riassumeva l'evoluzione dell'universo. Secondo gli autori che abbiamo citato, queste immagini, schematizzate al massimo sarebbero state all'origine delle scritture geroglifiche. Moreau de Dammartin, a sostegno di queste idee, raggruppa diverse costellazioni e le raffigura nel cielo in modo tale da rappresentare il "Giocoliere" e altre carte dei Tarocchi, applicando contemporaneamente le corrispondenti lettere dell'alfabeto.

Tuttavia, secondo la tradizione orale, è possibile che le carte dei Tarocchi costituiscano una rappresentazione pittorica della storia del mondo, e che le loro combinazioni esprimono il gioco ondulatorio e diversificato delle forze universali. È per questo motivo che la persona che gestisce queste carte crede che con il loro mescolamento, se fatto in sintonià con la proiezione mentale o passionale del querelante, possa svelare la legge cosmica in gioco e rivelare, in una certa misura, il suo destino.

La conseguenza di queste origini è stata quella di presentare i Tarocchi sotto tre aspetti: uno simbolico, un altro divinatorio e il terzo di combinazioni multiple di carte. Ne derivano tre correnti: la prima, accessibile solo alla mente analogica, rappresenta i Tarocchi veri e propri; il secondo, chiamato cartomanzia, utilizzato dal cartomante, una traslazione delle figure, una forma derivata e degradata dei Tarocchi originali; il terzo, che non si occupa d'altro che della scelta e della manipolazione delle combinazioni, costituisce il gioco delle carte.

Questa triplice corrente ha dato vita a innumerevoli immagini, che variano per i dettagli degli oggetti, per la natura dei personaggi, per le qualità filosofiche, rituali o umoristiche che sono state loro attribuite. Tuttavia, tutte si riferiscono più o meno fedelmente o estrosamente ai principi dei Tarocchi. Così, a parte le carte da gioco tradizionali, esistono una moltitudine di mazzi che contengono rappresentazioni di scene storiche, politiche o con figure satiriche, oppure gruppi d'immagini simboliche adatte a facilitare la divinazione, come quelle di Mademoiselle Lenormand, che si dice avesse predetto a Bonaparte il suo destino; oppure, disegni volti a ricostruire i Tarocchi originali, sia secondo l'ispirazione personale sia secondo i dati di opere antiche, come quelle di Etteila, Eliphas Levi, Papus, Stanislas de Guaita, e di Oswald Wirth, realizzate nel secolo scorso e all'inizio di questo.

Cosa pensare di questa montagna d'immagini? Quali sono le più interessanti? Ce n'è una che spicca e merita un'attenzione particolare? Spettava a Paul Marteau di risolvere questa questione.

Paul Marteau, gran maestro cartier di Francia, è uno dei direttori della Casa Grimaud, la cui fama, nella produzione di mazzi di carte, è mondiale. Egli conosce tutto ciò che è stato detto o fatto con queste carte. È sufficiente entrare nel suo ufficio, le cui pareti sono tappezzate di mazzi di carte di tutti i tipi e di tutte le epoche, per attestare la sua competenza in materia. Conosce il loro valore e sa come portare fuori tutte le loro peculiarità con umorismo. Ma, ai suoi occhi, nessun mazzo è paragonabile all'antico Tarocco "di Marsiglia", perché, secondo lui, è il più coerente con la tradizione, il più ricco di significati analogici, ma a causa del suo disegno grezzo e dell'oscurità dei suoi simboli, che possono essere riscoperti solo attraverso un'attenta analisi, sono stati resi sconosciuti. Paul Marteau ha ritenuto utile richiamare l'attenzione su di esso e presentarne l'interpretazione al pubblico.

È per questo che, prima di tutto, li ha ripubblicati con tanta cura, e poi ha composto questo libro, in cui egli è interessato a mostrare al lettore che nulla in questi Tarocchi è stato lasciato al caso, che le immagini sono state concepite in modo tale da dare un senso ai più piccoli dei dettagli, che i colori sono sempre appropriati all'idea principale di ogni Arcano, e che il tutto rivela una filosofia trascendentale. Pertanto, il suo lavoro non contiene una storia delle carte, né una critica della concezione dei Tarocchi di Marsiglia. Si limita solo a tradurre il suo simbolismo.

Un'operazione delicata, che è facile da comprendere dopo aver esaminato le difficoltà del problema. I mezzi a disposizione che possono essere presi come punti di partenza o di supporto sono scarsi. Come punti di partenza, ci sono comunque alcune regole di simbologia: si sa, ad esempio, che in generale il giallo indica l'intelligenza o lo spirituale, il blu la psiche o lo stato mistico, il rosso le passioni o gli appetiti. A sostegno di ciò, esistono commenti pubblicati su Tarocchi simili, ma oltre al fatto che per la maggior parte non fanno riferimento a più dei 22 Arcani Maggiori e lasciano in ombra i 56 Arcani Minori, difficilmente vanno oltre la filosofia dei loro autori e le loro immagini sono incomplete o distorte, perché hanno trascurato di rappresentare ciò che hanno frainteso. In altre parole, si sa poco delle origini dei Tarocchi di Marsiglia. Alcune caratteristiche delle immagini, la forma dell'abito e quella dei volti, fanno pensare che risalgano alla metà del XV secolo e che siano stati realizzati in Germania. Secondo la tradizione occulta, si tratterebbe di una riproduzione, adattata all'abbigliamento dell'epoca, di un più antico Tarocco appartenente ai Greci della Focide - l'antica Marsiglia -, che a loro volta avevano acquisito dagli Egizi.

In presenza di così poche informazioni, è necessario procedere a volte con un'analisi meticolosa, a volte con la sintesi, per interpretare le più piccole sfumature delle immagini e organizzarle, in modo che il risultato formi un insieme coerente e razionale. Questo lavoro meticoloso è ancora insufficiente, se si considera che i Tarocchi, si propongo di riflettere ed di esprimere tutta la versatilità delle leggi della natura e del cosmo. Bisogna allora adattare gli elementi delle immagini, i colori, le forme e le presentazioni, al significato particolare di ogni carta, e questo senza allontanarsi dal loro significato originale. Il bianco, ad esempio, sintesi di tutti i colori, indica, tra le altre sfumature, l'astratto, il nulla o il riposo. L'astratto, se la carta si avvicina a esso come simbolo dell'universale. Il nulla o la negazione, se si colloca nel punto di vista materiale e tangibile, dove l'astratto non esiste. Riposo, se la carta è collegata a un'idea di azione o d'inerzia. Il rosso significa la fusione dell'anima nella materia, già, in senso più concreto, l'impulsività dell'istinto e delle passioni animali. Ne consegue una moltitudine di sfumature che non solo sono difficili da apprezzare, ma che superano anche i mezzi per esprimerle nella lingua francese, per quanto ricca essa sia.

Un'altra difficoltà risiede nell'ampiezza dei significati che un dato simbolo possiede. Perché interpretare un simbolo significa trovare, per analogia, l'idea che si lega a questa o quella posa, o a questo o quel contorno. Più precisamente, è stabilire il passaggio dal concreto all'astratto, ma questo passaggio va dal senso più terreno a quello più elevato della metafisica, e viaggia da questo estremo all'altro per una serie indefinita di livelli. Consideriamo, a titolo di esempio, i primi quattro Arcani dei Tarocchi, che formano un insieme: il Giocoliere (Bateleur), la Papessa (Papesse), l'Imperatrice (Impératrice), l'Imperatore (Empereur) e interpretiamoli prevalentemente nel loro senso più elevato.

Il Giocoliere significa la prima emanazione, e di conseguenza rappresenta le leggi nebulose che governano il loro sviluppo. La Papessa simboleggia la matrice universale e dal libro sulle sue ginocchia, che descrive tutte le combinazioni cosmiche, estrae gli ideogrammi che proietta nello spazio e che diventano i germi dei mondi. L'Imperatrice è il destino universale e tesse i fili dei destini cosmici, con i quali l'Imperatore costruisce i mondi.

Nel suo significato inferiore e concreto, corrispondente al lavoro umano, il Giocoliere non significa altro che un mettersi in cammino, il cui risultato sarà indicato dalle carte che lo circondano. La Papessa diventa qualcosa d'inaspettato che sorge. L'Imperatrice è una gestazione, un fattore sconosciuto, di cui bisogna aspettare gli aggiustamenti, e l'Imperatore è un dominio sull'instabile, un potere effimero, un regime temporaneo.

Si può ottenere anche un'altra interpretazione delle carte, puramente astratta, interpretando per analogia il significato dei numeri inscritti nella parte superiore di ogni carta. L'1 (il Giocoliere) significa l'inizio di tutte le cose, il principio primordiale, l'azione presa nella sua essenza. Il 2 (la Papessa) costituisce, al contrario, l'essenza della passività, perché le due unità che lo compongono, da un punto di vista qualificativo, se prese al contrario, si oppongono a se stesse. Attraverso questo urto, creano un movimento sul posto, una stabilizzazione dinamica, che simboleggia ogni sostanza di mistero che contiene, e che è dovuta agli effetti della sua ricettività alle forze universali. Il 3 (l'Imperatrice), che caratterizza la nozione di "successione" (1 + 1 + 1), simboleggia il passaggio evolutivo da un piano all'altro, cioè, nella Trinità, la corrente che va dal padre al figlio e dal figlio al padre attraverso lo Spirito Santo. Il 4 (l'Imperatore), o il 2 contro 2, indica una doppia polarità che, a seconda che si oppongano o si concilino, sono rappresentate dal quadrato o dalla croce, esprimendo la materia con i suoi quattro elementi (fuoco, aria, acqua e terra) o l'equilibrio delle forze in azione costruttiva.

Tra questi estremi si possono stabilire molteplici transizioni. Paul Marteau non poteva nemmeno pensare di coprirli tutti. Ha dovuto fare una scelta e rimanere in un'arena accessibile al pubblico e soggetta a interesse. Si è fermato sul sentiero della psiche, così come i Tarocchi lo avevano attratto; cioè nelle oscillazioni dell'anima umana tra i legami della materia e il richiamo del divino.

A questa limitazione se ne aggiunge un'altra: i Tarocchi subordinano la loro filosofia a quella dei numeri, cioè alle loro leggi analogiche. La logica avrebbe voluto che Paul Marteau, per rendere comprensibili le sue deduzioni, offrisse una presentazione preliminare sul simbolismo dei numeri. Così facendo, avrebbe soddisfatto i lettori desiderosi di vedere le interpretazioni poggiare su una base logica. Oltre al fatto che questo sarebbe stato un compito noioso a causa della sua astrazione, avrebbe richiesto un volume supplementare; così dovette ridurre l'esame dei numeri a ciò che era strettamente necessario per la comprensione dei Tarocchi.

Inoltre, la critica è facile in un campo che non comprende la forma razionale delle nostre scienze contemporanee. Per questo, lo ripetiamo, Paul Marteau non ha voluto condurre uno studio ragionato dei Tarocchi in generale, né criticare ciò che di buono o di difettoso, di completo o d'incompleto, nei Tarocchi di Marsiglia; ha cercato il significato e lo ha rivelato al lettore perché potesse apprezzare da solo un'opera che la saggezza umana ha partorito nel corso dei secoli.

Eugène Caslant

L'Ecole Polytechnique

[1] (Le Chevalier Charles -Hippolyte de Paravey, orienatalista francese, 1787-1871. -Différents ouvrages: panoramica dei manoscritti ancora scritti a mano, sull'origine del globo, l'età degli zodiaci, ecc., Parigi 1835- Conferma della Bibbia e delle tradizioni egizia e greca, grazie ai libri geroglifici scoperti in Cina, Parigi, 1838. - Conoscenze astronomiche degli antichi popoli dell'Egitto e dell'Asia sulle lune di Giove e sugli anelli di Saturno, ecc., Parigi, 1835 - Documenti geroglifici sequestrati dall'Assiria e conservati in Cina e in America sul primo diluvio di Noè, ecc. Paris 1839 - Saggi sull'origine unica dei geroglifici, dei numeri e delle lettere di tutti i popoli, preceduti da un rapido sguardo alla Storia del Mondo, tra l'età della Creazione e l'età di Nabonassar, e alcune idee sulla formulazione delle prime scritture, che esistevano prima del Diluvio, e che poi sono diventate il sistema geroglifico. Paris, Treuttel nad Wurtz, 1826.- Illustrazioni dell'astronomia geroglifica e dei planisferi e zodiaci scoperti in Egitto, in Caldea, in India e in Giappone, Paris, Delabaye, 1835. -Una nuova considerazione sul planisfero di Dendera,Paris, Treuttel et Wutz, 1835. - Sulle sfere e le costellazioni dell'antica astronomia geroglifica, etc., Parigi, 1835.

[2]Caratteri geroglifici di tutte le nazioni. Origine della forma dei caratteri dell'alfabeto, dei caratteri cinesi, dei geroglifici egiziani, ecc. Moreau de Dammartin, membro dell'Istituto Storico, Parigi, 1839.

Introduzione di Paul Marteau

I tarocchi sono un insieme d'immagini che esprimono simbolicamente il lavoro che l'uomo deve compiere nella propria evoluzione. In altre parole, al suo scopo, a ciò che è segnato nel suo destino. Un'evoluzione che richiederà lotte, sforzi, gioie e sofferenze a seconda che egli sia o meno d'accordo con le leggi universali.

Avendo scelto il mazzo di Tarocchi che meglio esprime questo destino, i Tarocchi di Marsiglia[1], troverete in questo volume una sua interpretazione simbolica.

Le 78 carte di questo Tarocco sono presentate in due parti diverse. In primo luogo, le 21 carte (+ 1) tradizionalmente chiamate Arcani Maggiori, e poi le 56 carte minori disposte in quattro serie di 10 carte ciascuna, secondo I quattro semi.

Per arrivare a un'interpretazione simbolica di questi Tarocchi, si noterà che ogni Arcano Maggiore[2], a eccezione del Matto, reca un numero situato nella parte superiore di ogni carta, tutte con immagini di persone, animali e oggetti nella parte centrale e un nome nella parte inferiore, a eccezione della carta XIII.

Le 10 carte minori - di Spade, di Coppe e di Bastoni - a eccezione degli Assi, hanno tutte un numero, ma non un nome. Le 10 carte del seme dei Danari non hanno né numero né nome, mentre le 16 carte che seguono con le figure di corte non hanno numero, ma nomi generici.

Il numero, preso simbolicamente, rivela i principi filosofici che ci permettono di comprendere il linguaggio della natura del Cosmo, con le sue leggi e i suoi principi.

I significati che ogni numero può rappresentare sono infiniti. Il confronto fra quello che rappresenta il numero e la figura stessa, permette di capire il punto di vista da cui è stata contemplata; allo stesso modo, le qualità dei suoi colori, la disposizione relativa degli oggetti e il particolare significato che sovrasta l'immagine sulla carta, forniscono una base per l'interpretazione.

I colori degli abiti delle figure che possono sembrare incoerenti, l'apparente ingenuità del disegno delle figure dei Tarocchi, non sono, come sembrano supporre alcuni commentatori, errori o di negligenza, ma nascondono piuttosto un valore simbolico molto preciso, che non si dovrebbe smettere di esplorare.

Infine, il nome, per la sua natura specifica, simboleggia l'aspetto concreto e tangibile che la carta può rappresentare, mentre il numero le conferisce il suo Principio. Lo studio di questa nomenclatura permetterà di essere precisi sul significato materiale di ogni carta.

Pertanto, ogni Arcano Maggiore sarà studiato nel seguente ordine:

  • 1. Il significato analogico del numero particolare specificato dalla carta o dal Principio;
  • 2. Il significato astratto[3] estrapolato, che ci dà il carattere generale della carta;
  • 3. Lo sviluppo dei dettagli attraverso l'interpretazione degli attributi, dei colori e dei particolari della carta;
  • 4. L'orientamento della figura;
  • 5. Il significato del nome usato sulla carta, la sua applicazione nel concreto, questo significato è tuttavia subordinato al suo significato astratto.

Dato che il numero di significati positivi è troppo grande per essere determinato, sarà necessario limitarsi a dare alcuni significati a ciascuno degli elementi del ternario umano, principalmente: Il "Mentale" o l'intelligenza, il "Animistico", cioè le passioni emotive, e infine il "Fisico", gli aspetti utilitaristici della vita.

Poi, dato che ogni cosa ha il suo opposto, il significato sarà suggerito, quando la carta sarà invertita. [4]

Si concluderà quindi con l'assegnazione di una definizione del significato elementare della carta.

Poiché le circostanze in cui sono stati studiati gli Arcani Maggiori sono modificate dall'introduzione degli Arcani Minori, un nuovo studio, il simbolismo dei numeri, da un lato, e dei semi, dall'altro. deve essere esaminato prima di qualsiasi ulteriore interpretazione.

I Tarocchi sono uno strumento vibrante universale e diventano una fonte di energia attraverso le proiezioni fluidiche dei nostri pensieri.

Fornendoci le chiavi simboliche delle leggi universali, che presiedono al destino dell'uomo, i Tarocchi ci permettono di fare associazioni con queste correnti e, di conseguenza, di prevedere determinati eventi per analogia o affinità.

Per poter sfruttare le carte in questa concezione, presenteremo infine il metodo di utilizzo delle combinazioni di carte per dedurre da esse gli eventi che risulteranno da ogni preoccupazione che si ha nel disporre le carte, nonché le regole elementari con cui è possibile ricavare significati utili.[5]

Paul Marteau, Paris, 1928 - 1948

[1] Questo Tarocco è quello edito nel 1761 da Nicolas Conver, maestro cartaio di Marsiglia, che aveva conservato i blocchi di legno e i colori dei suoi lontani predecessori. Questo Tarocco è attualmente pubblicato da B.P. Grimaud, che ha preso il posto di Conver e ha così potuto continuare la stampa dei Tarocchi tradizionali, nella loro forma originale.

[2] [Nota del traduttore: ritengo che, parlando di una singola carta, la parola corretta sarebbe Arcanum, secondo le regole d'inflessione che governano un sostantivo neutrino latino di seconda declinazione. Il francese di Marteau recita semplicemente Arcane majeur].

[3] Il significato generale del principio, che chiameremo astratto, in contrapposizione al suo significato tangibile o utilitaristico, che chiameremo concreto.

[4] [Nota del traduttore: Marteau in realtà dice renversée, rovesciato, ma con questo intende capovolto. Si legge la carta sottosopra, non il retro della carta].

[5] Il lettore vorrà gentilmente scusare le ripetizioni e la fraseologia un po' impegnativa. È difficile tradurre l'astratto in concreto, pur rimanendo fedeli all'interpretazione dell'idea fondamentale. Le varie parole che si possono usare sono poche e stra usate. Potreste considerare questo libro come una sorta di dizionario o addirittura di enciclopedia, dove troverete i dettagli illustrativi di ogni carta.



Orientamento delle Figure &
Simbolismo delle Parti del Corpo

L'orientamento delle figure indica la natura dell'azione. A seconda che la figura sia vista di profilo a sinistra, di fronte o di profilo a destra, c'è meditazione, azione riflessiva, azione diretta o evoluzione, cioè un re frenarsi dall'azione. Se la figura è in piedi, c'è un'indicazione di lavoro latente ed è in modalità attiva; azione, comando, energia. Se è seduta, la sua azione si esercita passivamente; inerzia, resistenza o elaborazione interna.

In questa interpretazione, la testa svolge il ruolo di protagonista, perché simboleggia l'inclinazione o la volontà. Se, ad esempio, il corpo è rivolto in avanti e in piedi, con la testa girata a sinistra, come nel Giocoliere, è in atto una riflessione, prima di procedere all'azione, che è già stata preparata per essere diretta.

La TESTA nei Tarocchi esprime la volontà, l'atto di comandare.

La TESTA COPERTA equivale a figure che non esprimono la loro volontà nel fisico. Il copricapo rappresenta il problema, la volontà si manifesta secondo le linee simboleggiate da esso. Ad esempio, una corona rappresenta una radiosità più ampia, che trae origine da piani più sottili, grazie alle rosette che vi si trovano, che costituiscono centri di attrazione. La volontà è qui più impersonale che negli altri copricapi, dove invece sono rappresentate cose generate dalla volontà individuale.

I CAPELLI esprimono emissioni fluide. Se è incolore, non c'è una grande forza di volontà, ma se è colorato, c'è una maggiore manifestazione di attività mentale. Se di colore oro, rappresenta una realizzazione mentale più formale, più concreta, più compiuta. Se è di colore blu, la forza è racchiusa nello spirituale e tende a diminuire.

CAPELLI IN DISORDINE è indice di una volontà con una grande forza alle spalle.

CAPELLI ATTENTAMENTE STILATI non ha un significato particolare; la dimostrazione di volontà è più contenuta; per esempio, da "La Giustizia", che è mentalmente discretamente realizzata.

La BARBA indica la volontà, una fermezza e una maggiore concentrazione mirata.

Il COLLO è un collegamento tra il mentale (testa) e l'animistico (petto);

SCOPERTO, indica una comunicazione semplice tra i due piani; COPERTO, rafforza, in base al suo colore, la differenza tra intensità animistica e intensità mentale.

Il COLLO deve essere sostenuto alla sua base per evitare uno scarso contegno e cattive attitudini.

Completamente scoperto, rappresenta la libertà, l'indipendenza.

Il TORSO rappresenta l'aspetto animistico, i bottoni e gli ornamenti sono arricchimenti, peculiarità animistiche Se l'abito è di due colori, l'aspetto animistico ha un doppio significato.

L'intero busto rappresenta l'animismo, con l'aspetto spirituale sul petto e l'aspetto materiale sul ventre, come l'amore materno verso gli istinti.

La CINTURA è l'aspetto animistico che si occupa dei motivi della volontà; l'uomo non si arrende, ma trova le ragioni dei suoi impulsi e delle sue azioni.

Le BRACCIA indicano azioni intelligenti e ragionate; sono interpreti del mentale e dell'animico (il colore indica se il mentale prevale sull'animico).

Il BRACCIO SINISTRO è la trasmissione dei messaggi altruistici e affettivi, cioè la psiche che lo dirige.

Il BRACCIO DESTRO trasmette le decisioni, la volontà, le speranze, cioè la guida all'azione.

Il BRACCIO ABBASSATO indica un'azione che ha prodotto i suoi frutti o un impedimento ad agire. Il braccio abbassato del giocoliere sottolinea la sua indecisione e la sua modestia.

Il BRACCIO ALZATO indica il collegamento con quanto sopra, la cattura delle forze.

Le braccia sulla cintura rappresentano la circolarità tra il mondo animico e quello fisico, come per staccarsi o lasciarsi andare, o per decidersi su qualcosa.

Le GAMBE indicano le realizzazioni attraverso l'azione. Se l'uomo è fermo, l'azione è ferma; le gambe incrociate rappresentano l'attesa, lo status quo.

Se UN PIEDE è in aria, come nel caso de "L'Imperatore", è l'indicazione di una partenza e di un processo decisionale.

[1] Le descrizioni fornite sono generali, ma possono essere attenuate o accentuate da alcuni dettagli dell'abbigliamento della figura.


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